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Vuoti a rendere

Vuoti a rendere è il migliore fra i testi che Maurizio Costanzo, giornalista, scrittore, anchorman, produttore e promotore di teatro, ha regalato al palcoscenico. Scritto ormai da più di trent’anni, non tramonta, si mantiene commedia all'apparenza "leggera", quotidiana, digeribile, in realtà graffiante, capace, fra divertimento ed esercizio del buonsenso, di fare l'autopsia a un cadavere eccellente: la giovinezza. Le conclusioni, in più, sono positive, spingono verso la certezza che l'età matura e quindi la vecchiaia, se sublimate in buona compagnia, siano anch'esse contenitori di gioia, svago, godimento. Durante la commedia i due coniugi si alternano a fare bilanci di una vita passata insieme; Federico e Isabella sono "spodestati" da casa ad opera dell'unico figlio e obbligati a trasferirsi in campagna. L'inaspettato e doloroso cambio di esistenza origina fra loro quell'alternanza di rinfacciamenti e tenerezze, recriminazioni e conferme affettive, tipica di chi, conoscendosi fin troppo bene, scopre comunque la possibilità di dare nuove ali ad un rapporto.

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